RENZI REPLICA ALLE POLEMICHE INTERNE ED EUROPEE: ‘L’ITALIA NON SI FA TELECOMANDARE DA NESSUNO. I FURBETTI DEL CARTELLINO? DA LICENZIARE ENTRO 48 ORE’

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    “Noi stiamo rispettando tutti gli impegni ma diciamo con franchezza che l’Europa deve essere identità e cultura, idealità. Non fare polemiche assurde sul niente”. Non si è fatta attendere la replica di Matteo Renzi alle dichiarazioni del presidente della Commissione Ue, Juncker. “L’Europa non è ‘solo un’accozzaglia di regolamenti’, regole che rispettiamo tutti. L’Europa è un grande ideale o non è” ha porecisato il premier nel corso della visita alla Reggia di Caserta (dove l’Aeronautica ha consegnato al polo museale il piano nobile che occupava da decenni con la Scuola specialisti ). “L’Italia deve farsi sentire con determinazione, con la gentilezza e il garbo che le sono propri.E’ finito il tempo in cui qualcuno pensa di telecomandarci da fuori”. Ha detto Renzi dopo aver assistito alla bellissima versione ‘jazzata’ dell’inno d’Italia,  eseguito dal coro delle voci bianche del Teatro San Carlo. “L’inno di Mameli e l’Inno alla Gioia di Beethoven sono la risposta alle polemiche che abbiamo letto sui giornali di oggi   ha sottolineato il presidente del Consiglio – Se volevamo immaginare una risposta alle polemiche l’abbiamo data così da questo luogo così incredibile. C’è una simbologia meravigliosa nellegame tra difesa e cultura, lo stesso messo in legge di stabilità col principio che per ogni centesimo investito nella difesa ne mettiamo uno sulla cultura. Così si salva l’Europa. L’Europa – ha continuato Renzi – si salva con il principio che tutto ciò che serve a difendere un paese e un continente va fatto con i militari e le forze di polizia ma anche con investimenti in bellezza, in cultura. Tenendo insieme questa sfida l’Italia diventa un punto di riferimento nel mondo”. Quindi, pungolato dai giornalisti, Renzi ha poi commentato i recenti fatti della pubblica amministrazione, con i furbetti del cartellino a spasso per le città e quindi – giustamente – licenziati. “Non capisco le polemiche dei sindacati dopo che abbiamo detto che chi viene sorpreso a timbrare il cartellino e andare via deve essere licensiato in 48 ore. Dobbiamo essere capaci dimettere a posto le cose in casa nostraper chiedere rispetto fuori di qui. Significa che, finché la pubblica amministrazione non sarà un esempio non saremo mai liberi da attacchi. Dobbiamo investire risorse e valorizzare la stragrande maggioranza di chi ci lavora – ha concluso il premier –  ma chi viene beccato a timbrare e andarsene deve essere cacciato. E’un fatto di buon senso e correttezza”.

    M.