RISCHIAMO UN NATALE SENZA LO STORICO PANDORO MELEGATTI: I DIPENDENTI: ‘SIAMO SENZA STIPENDIO DA DUE MESI’

    “Siamo senza stipendio da due mesi, i fornitori non sono stati pagati e manca liquidità. In questo momento non si può produrre ed entrambi gli stabilimenti sono fermi”, in forma anonima un dipendente della celebre azienda dolciaria Melegatti, racconta all’agenzia di stampa Adnkronos, il brutto momento che sta vivendo l’azienda veronese, dopo lunghi anni di criticità. E dunque dopo ben 123 anni di produzione, il prossimo Natale (periodo che commercialmente rappresenta il 70% del suo fatturato), non vedrà sulle tavole degli italiani il pandoro Melegatti. “Lavoro alla Melegatti da 14 anni e ho assistito ad un’escalation negativa specialmente negli ultimi 3 anni – confida ancora il dipendente – l’azienda si è esposta ai rischi soprattutto quando ha investito gli ultimi fondi nel nuovo stabilimento”. Una crisi terribile che rischia di mettere la parola fine sulla produzione dei due impianti di San Giovanni Lupatoto e San Martino Buon Albergo, lasciando prefigurare il peggio per le oltre 300 persone, fra dipendenti a tempo indeterminato e stagionali. Che la situazione fosse prossima al peggio lo avevano lasciato intuire i sindacati lo scorso settembre, quando espressero “un’enorme preoccupazione” circa il futuro dell’azienda, attiva fin dal 1894, e da diverso tempo minata da una “gestione deficitaria”. Capita l’aria, dal canto loro i dipendenti hanno fatto quanto possibile, fino ad arrivare a coprire turni 7 su 7 senza preavviso, contratti non coperti da completa retribuzione e condizioni di sicurezza insufficienti. Come spiega ancora il lavoratore all’Adnkronos, “Quest’estate si è arrivati a lavorare 63 ore a settimana, con turni giornalieri da 12/13 ore pagati con maggiorazioni fino a luglio, da agosto in poi invece non siamo stati più retribuiti. I turni lunghi sono dipesi anche dai problemi di affinamento del nuovo impianto di San Martino che ha attivato la produzione a fine aprile creando non poche difficoltà sulla gestione aziendale”. Ci si aggrappa a un filo di speranza, confidando sull’intervento del di San Giovanni Lupatoto (che ospita uno dei due impianti produttivi) il quale, cercando di salvaguardare i posti di lavoro dei suoi cittadini, tenterà insieme ai proprietari dell’azienda, di trovare una soluzione alla crisi. “Il dolore più grande – confida il dipendente – sarebbe perdere un marchio storico per incapacità gestionale. La fortuna dell’azienda sono sempre stati i suoi dipendenti, che lavorano con impegno e devozione nonostante le mancanze dell’attuale consiglio di amministrazione”.
    M.