ROMA, GDF SMASCHERA INDEBITA PERCEZIONE DI CONTRIBUTI PER L’EEDITORIA

    Beni mobili, immobili, conti correnti e disponibilità finanziarie – per un ammontare complessivo di oltre 2,3 milioni di euro – sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell’ambito di indagini nei confronti di una società cooperativa operante nel settore dell’editoria.

    L’accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato per aver percepito indebitamente oltre 2,3 milioni di finanziamenti pubblici, destinati ad una testata giornalistica nazionale.

    Dagli accertamenti del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma è emerso che il presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa, al fine di beneficiare delle provvidenze pubbliche erogate dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avrebbe falsamente attestato la vendita, nel 2009, di 934.632 copie, di poco superiore al 25% rispetto alla tiratura netta complessiva, pari ad oltre 3,7 milioni di copie.

    In effetti, per beneficiare dei contributi previsti dalla legge sulle provvidenze all’editoria, la diffusione totale di una testata deve essere pari ad almeno il 25% della tiratura netta.

    L’attenzione delle Fiamme Gialle si è concentrata sull’anomalo ruolo di due  imprese di pulizia e disinfestazione, che apparivano aver venduto il maggior numero di copie del periodico. In altri casi, la commercializzazione risulta essere avvenuta anche tramite società cessate ovvero non ancora formalmente attive. Gli elementi raccolti hanno consentito al Giudice delle Indagini Preliminari del  Tribunale di Roma di disporre, su richiesta della Procura, il sequestro preventivo dei beni nella disponibilità dell’indagata e della cooperativa, fra cui  sei fabbricati e ventuno terreni.

    Nei primi mesi del 2013, il Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo Polizia tributaria di Roma ha scoperto frodi per circa 9,8 milioni di euro, in relazione all’indebita percezione di contributi a carico dello Stato, da parte di case editrici, denunciando all’Autorità Giudiziaria di Roma quattro persone, rappresentanti legali di altrettante società.