ROMA, OPERAZIONE INTERNAZIONALE ANTIDROGA DEI CARABINIERI DI ROMA, 50 ARRESTI IN VARIE LOCALITA’ ITALIANE E ALL’ESTERO

    I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma (dott.ssa Bernadette Nicotra) su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – DDA (Sost. Proc. – dott.ssa Maria Cristina Palaia), nei confronti di 50 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti (artt. 73 e 74 DPR 309/90), mentre nei confronti di numerosi indagati a piede libero, sono state eseguite delle perquisizioni domiciliari.

    La misura cautelare è stata emessa a conclusione dell’indagine denominata “Paquetes” (“pacco” in spagnolo), sviluppata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma tra il 2010 e il 2012 con lo scopo di accertare l’operatività in Roma di un sodalizio criminale operante in attività di traffico internazionale di cocaina sulla direttrice Paraguay – Italia, a seguito del sequestro operato dai Carabinieri di via in Selci di un plico inviato dal citato paese sudamericano con vettore DHL, contenente 3,5 kg di cocaina occultata all’interno di attrezzature sportive da boxe.

    Le prime indagini consentivano di identificare e arrestare 5 persone ritenute responsabili dell’organizzazione di importazioni di narcotico dal Paraguay, celato all’interno di plichi postali, e attive nello smercio della droga nei quartieri romani di Testaccio e Ostiense.

    Il successivo sviluppo delle indagini ha consentito ai Carabinieri di via in Selci di delineare i contorni di  4 organizzazioni criminali operanti nell’area romana (Cinecittà – Guidonia Montecelio – Anzio e Nettuno) nel narcotraffico internazionale, identificandone i componenti ed eseguendo numerosi sequestri a riscontro delle attività di importazione di droga gestite dagli indagati.

    Il primo gruppo criminale individuato aveva la sua base operativa nel quartiere romano di Cinecittà ed era gestito da Giorgio Manolo e Fonzo Sacha, soggetti risultati in affari con esponenti dei gruppi Senese e Casamonica, ed attivi in un vasto traffico di cocaina, hashish e marijuana. La pericolosità del contesto criminale in argomento emergeva agli investigatori nel marzo del 2011 a seguito della partecipazione di Fonzo Sacha, ad un sequestro di persona attuato insieme a Casmonica Guerino, Di Silvio Alfredo, Di Silvi Romolo nei confronti di due uomini, un colombiano e un romano, che furono segregati per due giorni in un’abitazione in zona Romanina, minacciati e malmenati per essere indotti a restituire un’ingente somma di denaro (150.000,00€) dovuta per una vendita di droga. In quell’occasione, i 4 sequestratori furono arrestati in flagranza dai Carabinieri di via in Selci che stavano indagando sul Fonzo Sacha e che avendo avuto notizia del sequestro in diretta, fecero irruzione nell’appartamento prigione, liberando i due ostaggi.

    L’uso della violenza e delle minacce per ottenere il pagamento delle somme dovute per le attività di narcotraffico rientrava del resto tra le metodologie operative del gruppo criminale di Giorgio e Fonzo. In una intercettazione ambientale, uno degli indagati racconta delle minacce attuate alla madre di uno dei destinatari di una partita di droga inadempiente

    [gli volevo sparare in bocca…ma si sono uscito ieri per aspettarlo a casa è uscita la madre “Chiamo i Carabinieri!”…ancora mi deve dare i soldi! Me chiami i Carabinieri?! Gli ho messo la pistola in bocca alla madre… (…) alla madre gli ho messo il ferro in bocca gli ho detto “Puttana che fai tu? (…) “che fai mi chiami le guardie, a te ti sparo in bocca a te e quell’infame di tuo figlio, e digli che se sabato non viene e mi porta i soldi, tuo figlio te lo mando con la sedia a rotelle te lo mando!”].

    Il secondo gruppo criminale capeggiato dal pregiudicato Allocca Salvatore, i cui componenti erano di stanza a Guidonia Montecelio, operava sull’asse Milano – Roma nella compravendita di vari tipi di narcotico importato dalla Spagna e successivamente immesso sul mercato della zona sud – est della Capitale. Nel corso delle indagini i militari di via in Selci hanno eseguito vari arresti di corrieri appartenenti al gruppo criminale sequestrando 2,5 kg. di cocaina, 10 kg di marijuana e 3 kg di hashish riconducibili al sodalizio.

    Il terzo gruppo criminale operava invece nella zona di Nettuno ed era capeggiato dal noto pregiudicato Lasi Franco alias “Bruno il pallonaro”, di Cave (RM), soggetto capace di importare in Italia rilevanti carichi di droga approvvigionati direttamente nelle aree di produzione e risultato in affari con esponenti di organizzazioni criminali straniere (albanesi – boliviane – colombiane – venezuelane), con esponenti di sodalizi di tipo mafioso, nonché con qualificati criminali del sud-pontino. Il gruppo criminale del Lasi era certamente legato da rapporti privilegiati con la criminalità organizzata albanese, come dimostra il sequestro operato a Nettuno, nell’ottobre del 2011 dai militari del Nucleo Investigativo di Roma, di un carico di oltre 200 kg. di marijuana pressata, occultata nelle paratie di un TIR proveniente da Tirana (Albania). In quell’occasione, i militari intervennero mentre i corrieri stavano consegnando il carico agli uomini del Lasi, arrestando 7 persone (tra cui 4 albanesi) in flagranza di reato.

    La pericolosità del contesto criminale capeggiato dal Lasi Franco è emersa tragicamente, anche dal recente omicidio del genero di questi, l’albanese Blushaj Mikel, assassinato il 28.02.2013 a Cave (RM) con 4 colpi d’arma da fuoco, mentre usciva dall’abitazione del lasi, dove si trovava agli arresti domiciliari.

    La rilevanza del traffico internazionale di stupefacenti gestito dal Lasi Franco e dai suoi sodali emergeva anche dalle numerose intercettazioni che hanno consentito di documentare la trattativa per l’importazione di un carico di 50 kg di cocaina con la trafficante argentina Manattini Viviana Claudia, non verificatasi a seguito della sopraggiunta uccisione della donna, assassinata con due colpi di pistola alla nuca da due sicari in moto nella citta boliviana di Santa Cruz, nonché la trattativa in Colombia con soggetti riconducibili al noto narcotrafficante italiano Pannunzi Roberto, all’epoca latitante, per la fornitura di oltre 200 kg di cocaina che avrebbe dovuto essere introdotta in Italia, occultata in un container scaricato nel porto di Napoli, grazie all’intervento di esponenti del “Clan Mazzarella” a cui il Lasi si era rivolto per evitare i controlli doganali. Il carico era destinato in parte a gruppi criminali calabresi e siciliani con cui il Lasi era in affari.

    Il quarto gruppo criminale capeggiato da Ludovisi Massimo e operante nella zona di Anzio e Nettuno, nonché nell’isola di Tenerife (Canarie), era invece dedito all’importazione in Italia di ingenti carichi di cocaina che venivano trasportati dalla Colombia a bordo di barche a vela, scaricati nell’isola spagnola e successivamente trasportati in Italia occultati all’interno di autovetture.

    L’operazione eseguita nel corso della notte in Provincia di Roma, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Salerno, Viterbo e Rieti, è stata condotta anche con l’interessamento della Autorità spagnole, portoghesi e albanesi in quanto molti degli indagati erano localizzati all’estero.

    Nel complesso, i Carabinieri di via in Selci hanno sequestrato, nel corso di più interventi di riscontro, 220 kg. di marijuana, 3 kg. di hashish, 6 kg di cocaina riconducibili agli indagati, nonché 100 mila euro in denaro contante presso l’abitazione del Lasi.