Salvini nel luna park dello ius soli

    Salvini nel luna park dello ius soli usando un paradosso, torna al centro di un tema caldissimo usando proprio questa metafora per chiarire la propria posizione e idee piuttosto radicate in lui e in tutta la sua componente politica. Per Matteo Salvini ministro dell’interno e vice premier dell’attuale governo gialloverde, infatti, lo Ius soli è una spada di damocle rispetto alla quale torna a esprimersi come aveva già più volte fatto in passato a seguito della famose vicenda di Rami, il ragazzino eroe dell’autobus dato alle fiamme a Milano. “No allo ius soli, non è biglietto per Luna Park, ma spero di vedere Rami”.

    Salvini nel luna park dello ius soli. E Sala invece sfida il vice premier Leghista asserendo: “fugge dal dibattito”

    Alle parole di Salvini fanno seguito subito nuove divampanti polemiche. Sala infatti, decide di sfidare direttamente il leader leghista con una dichiarazione piuttosto emblematica nella sua sintesi: “Salvini fugge dal dibattito. Lui, come detto, dal suo canto era stato piuttosto esplicito in tema Ius Soli e sul suo ormai fin troppo evidente no. “No allo ius soli, non è biglietto per Luna Park, ma spero di vedere Rami”.  Il sindaco di Milano, però, dopo gli appelli di Delrio e Veltroni, afferma: “Ne parli il Parlamento: il tema esiste”. Sull’argomento Ius soli si sono in queste ore in realtà espressi un po’ tutti. Da Adam e Rami, i ragazzi del bus di Milano che dicono di voler fare i carabinieri, da grandi, a Monsignor Paglia, il ministro del Papa: “Quella legge serve”, dice. Da Minniti al calciatore Kean: “Noi nati qui, siamo tutti italiani”.
    Del resto, Matteo Salvini, è perentorio anche se apparentemente più placido, sul tema Ius soli rispetto ad altre occasioni. “Rami? Stiamo proseguendo con tutte le verifiche del caso, spero di incontrarlo presto e ringraziarlo per il suo coraggio”, afferma in relazione al ragazzino 13enne autore del salvataggio sul bus dirottato che ha detto di voler diventare italiano. Tuttavia Salvini conferma il suo no alla riforma della cittadinanza. “Dello Ius soli non se ne parla. L’Italia è già oggi il Paese che concede più cittadinanze ogni anno, non serve una nuova legge. La cittadinanza è una cosa seria e arriva alla fine di un percorso di integrazione, non è un biglietto per il Luna Park. In singoli casi eccezionali si può concedere anche prima del tempo, ma la legge non cambierà”.