SCUOLA: IRA DI BAGNASCO SU INSEGNAMENTO PARITÀ DI GENERE

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    No dei vescovi all’introduzione dell’insegnamento della parità di genere a scuola previsto dalla riforma in discussione in Aula alla Camera e introdotto durante l’esame del provvedimento in commisisone. “Una simile previsione – commenta il cardinale Angelo Bagnasco – sembra rappresentare l’ennesimo esempio di quella che papa Francesco ha definito ’colonizzazione ideologica’. In Italia, dice il porporato ricordando la manifestazione per la scuola dell’anno scorso, che radunò a Roma più di 300 mila persone con il Papa, c’è un “popolo trasversale e senza targhe”, che “chiede una struttura più giusta e adeguata per sedi e organici, un’istruzione solida ed essenziale, una formazione professionale stimata e sostenuta; in una parola, un’educazione integrale per tutti, educazione di base che molti Paesi avanzati non hanno e ci invidiano, ma libera, lontana da schemi statalisti, antiliberali”. L’emendamento prevede che il ’Piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità di genere, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti ed i genitori sulle relative tematiche. Bagnasco è intervenuto all’assemblea della Cei e ha parlato anche di immigrazione e crisi italiana. L’Europa – ha commentato – sui migranti sembra finalmente “’aver dato un colpo’, quello che da anni si è atteso e forse si doveva pretendere: certe normative europee sembrano non tanto garantire il bene comune, ma piuttosto gli interessi di pochi”. In realtà, ha osservato, il “colpo dato in realtà è flebile”, e che si tratta di un “segnale apprezzabile, ma avaro”. “La preoccupazione fondamentale resta l’occupazione”, servono visioni di ampio respiro che mirino a “rilanciare le eccellenze italiane; queste sono concupite da molti occhi stranieri, che a volte ne sono ormai già diventati i padroni”.Infine, sul divorzio breve ha commentato che, in realtà, “si puntava sul ’divorzio lampo’ (quello immediato ndr.) e su questo si ritornerà non appena i venti saranno propizi. Ma sopprimere un tempo più disteso per la riflessione, specialmente in presenza di figli, è proprio un bene? Si favorisce la felicità delle persone o si incentiva la fretta?”.