UN’ESPLOSIONE AVVERTITA IL 15 NOVEMBRE POTREBBE ESSERE AVVENUTA NEL SOTTOMARINO POI SCOMPARSO

    Il mistero della scomparsa del sottomarino argentino ’San Juan’ ha preoccupato tutti, soprattutto la sorte dei suoi 44 membri di equipaggio. E mentre diverse nazioni stanno attentamente monitorando – per quanto possibile – ’ogni centimetro’ di oceano (oltre all’Argentina partecipano infatti alle ricerche Russia, Germania, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Spagna, Stati Uniti, Francia, Norvegia, Perù, Gran Bretagna e Uruguay), oggi il ’solito’ Enrique balbi – portavoce dlla Marina militare argentina – ha affermato che a bordo del sottomarino è stato rilevato “un evento anomalo, singolare, corto, violento e non nucleare, coerente con un’esplosione”. Intorno alle 11 del 15 novembre, l’agenzia internazionale specializzata unità in operazioni di ricerca di sottomarini, Ismerlo’, aveva infatti rivelato di aver udito un ’rumore’. Una sorta di boato confermato anche dall’ambasciatore argentino in Austria, Rafael Grossi, membro dell’Organizzazione di controllo dei test, che “conta una rete di stazioni sismiche idroacustiche per verificare che non si realizzino test nucleari”. Nel caso in cui poi vi fosse stata un’esplosione a bordo, la pressione all’interno sarebbe improvvisamente aumentata tanto da uccidere i marinai in pochi istanti, spiega all’agenzia di stampa AdnKronos il chirurgo e direttore del Master di Medicina del mare dell’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, Luca Revelli, “a 21 atmosfere di profondità, avrebbero avuto un impatto con l’acqua pari al peso di un tir precipitato in testa. Un scontro tanto violento che non gli avrebbe dato il tempo di rendersi conto di cosa accadeva”. Tuttavia, ha tenuto a sottolineare Balbi, “La Marina non ha alcuna informazione sulle cause che hanno provocato in quel luogo, in quella data, un evento di queste caratteristiche”, ma è stato però confermato che dopo l’ultima comunicazione tra la Marina militare argentina e il sottomarino, è stata percepita un’”anomalia idro-acustica” in un’area che coincide con la rotta che avrebbe dovuto seguire il sommergibile.”In assenza di informazioni sul destino – ha affermato ancora il portavoce – la Marina militare argentina aveva chiesto la collaborazione degli Stati Uniti per ottenere tutte le informazioni disponibili da diverse agenzie che monitorano e registrano eventi idro-acustici nel mondo”. Intanto ill presidente russo Vladimir Putin ha proposto al presidente argentino Mauricio Macri, l’immediato invia di una nave oceanografica, dotata di strumenti di alta e sofisticata tecnologia, evidentemente utili nella ricerca, che entrndo in una “fase critica”.
    M.