UNIONI CIVILI – FIDUCIA DEL GOVERNO. OPPOSIZIONI IN FERMENTO

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    Il Governo ha posto la questione di fiducia sull’articolo unico del progetto di legge in merito alle unioni civili, in discussione nell’Aula della Camera. I capigruppo alla Camera, hanno stabilito che il voto di fiducia si svolgerà domani, a partire dalle ore 14.10. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 12.30. Con queste motivazioni è stato depennato il ‘question time’ previsto domani. In rivolta le opposizioni. Polemico il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che ha dichiarato, a più riprese, “ignobile e aberrante” la decisione presa. “Ignobile e aberrante mettere la fiducia su una materia sensibile come le unioni civili – dichiara Brunetta -. Ignobile e aberrante metterla addirittura per soffocare la discussione sul complesso degli emendamenti, che avrebbe preso un paio d’ore. Ignobile e aberrante averlo fatto per approfittare del calendario, e arrivare all’approvazione finale del provvedimento in tempi utili per celebrare vittorie effimere di Renzi a fini elettorali, vedi gli anniversari della legge sul divorzio, oppure le elezioni amministrative. Ignobile e aberrante – conclude – l’uso della questione di fiducia come strumento squadristico per eliminare il dibattito parlamentare”. Duro anche il capogruppo della Lega alla Camera, Massimiliano Fedriga, intervenuto in Aula dopo la decisione del Governo di porre la fiducia. “Ringrazio non soltanto il ministro che se ne va, ringrazio anche i servili colleghi della maggioranza che applaudivano quando mettono la fiducia. E’ la dimostrazione plastica in questo Parlamento dei servi della gleba per essere ricandidati. E’ inaccettabile – aggiunge  il capogruppo – che su una materia del genere, oltre tutto di iniziativa parlamentare, arrivi il ministro Boschi a porre la questione di fiducia, se ne vada e faccia finta di nulla e i colleghi di maggioranza applaudono. Qui è a rischio la democrazia parlamentare, noi ci batteremo e faremo emergere cosa è diventata quest’Aula, cosa sono diventati quattro lacchè di Renzi”, conclude Fedriga.

    D.T.