Ustica ministeri condannati in appello

    Per la strage di Ustica i ministeri sono stati condannati in appello. La prima sezione civile della Corte d’Appello di Palermo ha confermato la condanna a carico dei ministeri della Difesa e dei Trasporti i quali dunque dovranno risarcire con complessivi 12 milioni i familiari di alcune delle vittime della strage di Ustica del 27 giugno 1980. Una delle pagine più nere e fosche della storia italiana del dopoguerra, quella di Ustica per appunto, si impreziosisce di un’altra pagina chiave del suo lungo romanzo.
    Il collegio dei giudici di appello, con a capo da Antonio Novara, ha dichiarato inammissibile il ricorso dei legali dei ministeri a quella che era stata la sentenza di primo grado del 2016 e ha dunque dichiarato la prescrizione per il danno derivante dalle sofferenze inflitte ai familiari delle vittime dai tanti anni di depistaggio delle indagini. Ma il primo velo su Ustica è stato tirato via con la condanna ai ministeri in questa sezione d’appello.
    La prima sezione civile della Corte di Appello di Palermo ha rigettato gli appelli avanzati per appunto dai ministeri della Difesa e dei Trasporti in merito alla sentenza partorita dal tribunale civile del capoluogo siciliano nel gennaio 2016: la condanna è quella, risaputa, di dover risarcire oltre 12 milioni di euro a una parte dei familiari delle vittime della strage che il 27 giugno 1980 causò 81 morti. Dunque l’incidente del Dc9 della compagnia Itavia, stando i giudici d’Appello, che hanno considerato valide le conclusioni delle perizie dell’istruttoria penale condotta negli anni Novanta dal giudice Rosario Priore, è stato causato da un missile. La Corte ha tuttavia sancito anche la prescrizione al risarcimento da depistaggio, pur confermando quello ’da fatto illecito’. Secondo gli stessi giudici dunque, è riscontrato che le indagini vennero ostacolate e che lo Stato non concesse sufficienti condizioni di sicurezza al volo Itavia che quella notte, mentre si dirigeva da Bologna a Palermo, e precipitò nel Tirreno.

    La Prima sezione civile della Corte di appello di Palermo ha rigettato gli appelli promossi dai ministeri della Difesa e Trasporti contro la sentenza emessa dal tribunale civile del capoluogo siciliano nel gennaio 2016 che li aveva condannati a risarcire 12 milioni di euro circa a una parte dei familiari delle vittime della strage di Ustica (27 giugno 1980, 81 morti). L’incidente, secondo la Corte d’appello di Palermo, è da addebitarsi a un missile.

    Secondo la Corte è confermato il depistaggio e rimane accertata la responsabilità dei due dicasteri per non avere garantito la sicurezza del volo Itavia che quella notte, mentre andava da Bologna a Palermo, precipitò nel Tirreno. L’incidente, secondo la Corte d’appello di Palermo, è da addebitarsi ad un missile escludendosi, ancora una volta e in conformità con altre 4 sentenze emesse nel 2017, l’ipotesi alternativa della bomba a bordo o del cedimento strutturale.

    La Corte ha dichiarato la prescrizione al risarcimento da ‘depistaggio’ per intervenuto decorso del termine quinquennale. Ha però confermato il risarcimento da fatto illecito. La decisione riguarda 7 familiari, altri 68 avevano ottenuto il risarcimento nel 2017.

    “Questa sentenza si aggiunge alle numerose altre che, in sede civile, hanno già restituito giustizia ai parenti e verità dei fatti. Questa sentenza, tra l’altro, ha voluto ulteriormente precisare che non vi è mai stato alcun conflitto tra i giudicati penali e quelli civili”, dice l’avvocato Daniele Ostano, legale dei familiari delle vittime.