(Adnkronos) –
La comunicazione “è sempre più preziosa nel costruire la reputazione di un brand e nel preservarlo” perché “ha radici nell’anima dell’azienda e antenne e sensori all’esterno” e perché “oggi è una estensione di ogni funzione core dell’azienda: non è pensabile che non abbia radici nelle Hr, nel finance, nelle operation. Inoltre inizia a giocare un ruolo sempre più compiuto di influencer nelle fasi di awareness, preference, decisione e di strumento di empowerment di relazioni”. E’ quanto ha detto Alessandro Vanoni, brand & communications leader Ey in Italia, nel corso di un suo intervento al Forum della Comunicazione.
“Il b2b, oggi, è il laboratorio della comunicazione perché possiede il bene più prezioso: i contenuti e sta imparando a sfruttarli attraverso un mix bilanciato ed evoluto con forte componente tecnologica” con quest’ultimo che “rafforza la strategia”. Per cui, ha proseguito, “qui bisogna trovare un nuovo equilibrio tra comunicazione tradizionale, digitale e integrata con la tecnologia che deve essere uno strumento di valore, non un sostituto della vita reale. La tecnologia non deve sostituire gli eventi fisici – ha però avvertito Vanoni – perché sappiamo bene che le relazioni sono fondamentali. Dobbiamo però usarla in modo intelligente per sfruttare il vantaggio di una maggiore inclusività e di un più ampio perimetro geografico, o per le fasi di follow up. Il modello ibrido perfetto deve mettere al centro la connessione umana, investendo su relazioni, esperienze condivise, esperienze eccezionali e innovative che ispirino, permettano alla creatività di eprimersi e ci permettano di lavorare insieme alle sfide delle diverse industry”.
“Qui – ha quindi proseguito – veniamo all’esempio del metaverso, ormai pervasivo”, un “nuovo paradigm shift che potrebbe sostanzialmente e qualitativamente trasformare le esperienze umane. Siamo a 10 anni dall’ultimo shift di questo tipo, social, mobile, cloud” e il metaverso “ha implicazioni che vanno dalla disponibilità tecnologica alla trasformazione del business, dal framework legislativo per abilitarlo realmente all’impatto sulla sostenibilità e sulla diversità. Ma soprattutto le relazioni umane”. Secondo Vanoni, quindi, “il metaverso non è il fine, ma un mezzo, uno strumento per rendere ancora più efficace una strategia e il posizionamento di una azienda. Qui il tema non è cadere nella tentazione di un’altra abbuffata tecnologica, ma chiedersi che vantaggi e svantaggi può portare il metaverso all’azienda, ai clienti e all’ecosistema esteso”, ha detto ancora.