‘PERMANGONO ANCORA RISCHI SULLA CRESCITA, SERVONO ULTERIORI RIFORME IN TUTTI I PAESI’, DRAGHI SPIEGA PERCHÉ SI È DECISO DI LASCIARE IL COSTO DEL DENARO AL MINIMO STORICO

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    “Dopo la crescita dello 0,3% registrata nel terzo trimestre gli ultimi dati indicano una crescita più forte per l’Eurozona nel quarto trimestre, e la Bce si attende che la crescita economica si rafforzi ulteriormente nel 2017”. Premettendo che  questi buoni segnali non debbono però far abbassare la guardia, il presidente della Bce Mario Draghi, intervenendo a margine della conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio Direttivo, sottolinea che “la crescita è “minacciata dall’andamento rallentato nell’attuazione delle riforme”. Attualmente, aggiunge ancora Draghi, “restano rischi al ribasso sulla crescita”, facendo riferimento a “fattori globali” che possono incidere negativamente sulla ripresa. Stessa cautela è poi raccomandata anche nei confronti dell’inflazione, sebbene dopo i recenti incrementi, l’inflazione dovrebbe “risalire ancora nel breve termine, non ci sono segnali di un rialzo convincente”. Fattori che in parte spiegano la decisione del Consiglio, di lasciare il costo del denaro al minimo storico, lasciando fermi i tassi: quello sulle operazioni di rifinanziamento principali resta a 0%, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e quello sui depositi presso la banca centrale a -0,40%. Dunque, le misure messe in campo dalla Bce, “stanno significativamente supportando i finanziamenti alle imprese e alle famiglie”. A tal proposito resta immutata – e quindi confermata – l’attuale tabella di marcia dei programma di acquisti (80 miliardi fino a fine marzo e poi 60 miliardi almeno fino a dicembre) ma la Bce sottolinea come “se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata”.