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Autocertificazione di famiglia, cos’è e quando serve, come si compila, Fase2 Coronavirus

in arrivo una novità che, forse, a qualcuno potrebbe non piacere. Si parla sempre più della cosiddetta autocertificazione di famiglia un modulo che, se confermato, andrebbe ad aggiungersi e ad arricchire quelli che già abbiamo dovuto, chi più chi meno, compilare in questa lunga fase di isolamento e restrizioni a causa della pandemia da coronavirus.

Dopo le varie autocertificazioni singole, volute e rese obbligatorie dal governo per poter controllare gli spostamenti urgenti e improrogabili nella lunga fase del lockdown e dopo l’ulteriore step, quello dell’autocertificazione nella Fase2 che ha ad esempio aggiunto nuove opzioni di spostamento come quella della visita ai congiunti, dunque ecco l’arrivo della autocertificazione di famiglia.

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Ma che cos’è, e quando serve o è necessario compilarla? E a chi spetta l’onere di munirsi della autocertificazione di famiglia e da quando?

Autocertificazione di famiglia, cos’è e quando serve nella Fase 2, ecco chi dovrà compilarla

Tra le novità della Fase 2 c’è l’autocertificazione di famiglia con cui dichiarare il vincolo di parentela e convivenza. Servirà in alcuni casi specifici, per farla breve, come ad esempio per recarsi al ristorante.
Ma nel dettaglio, in quali casi servirà l’autocertificazione di famiglia e come funziona?

Se ci siamo illusi di poter dire addio all’autocertificazione nella Fase 2 abbiamo commesso un errore di ingenuità: a quella per gli spostamenti (che segue quella dei mesi scorsi) potrebbe aggiungersi un altro modulo di autocertificazione di famiglia, in cui dichiarare l’appartenenza allo stesso nucleo familiare.

A che serve? Per andare al ristorante e sedersi vicini senza dover rispettare le rigide misure imposte all’interno degli esercizi commerciali e di ristorazione per esempio. O magari per fare un viaggio, per alloggiare, si immagina, in una camera d’albergo e poter frequentare le stesse aree di ristoro, per fare degli esempi, in un resort laddove si possa andare in vacanza.

Sono solo alcune delle ipotesi in cui potrebbe servire questa autocertificazione di famiglia, che del resto fa riferimento ad una logica piuttosto stringente di ‘vicinanza’ tra persone appartenenti allo stesso nucleo e, in linea di massima, conviventi.

Del resto chi vive sotto lo stesso tetto non deve rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro fuori dalla propria abitazione, sia se ci si trovasse in auto, nei luoghi pubblici e all’aperto. Ma se si viene fermati e qualcuno chiedesse conferma?

Al di là delle documentazioni generali, l’autocertificazione di famiglia sta prendendo forma e potrebbe divenire realtà in concomitanza con la riapertura di bar, locali e ristoranti indicata a partire dal 18 maggio 2020.

Ecco a cosa servirà, dunque nello specifico.

Secondo le ultime notizie trapelata, tra poco il nuovo modulo di autocertificazione, non individuale ma di famiglia appunto, dovrebbe prevedere l’obbligo di dichiarare il legame familiare e affettivo e la qualità di conventi.

Non sappiamo ancora se si tratterà di un nuovo modulo oppure se verrà aggiunta qualche modifica all’autocertificazione attuale e valida per gli spostamenti sul territorio.

L’autocertificazione per famiglie servirà ad ogni modo per ‘alleggerire’ il lavoro di chi dovrà controllare la liceità della vicinanza tra persone senza dover chiedere di esibire documenti ufficiali.

Nell’andare a pranzo o a cena al ristorante insieme senza rispettare la distanza di sicurezza e indossare la mascherina di protezione. In tal modo il ristoratore potrà essere favorito nell’allestire tavoli più piccoli e ravvicinati, guadagnando spazio all’interno del locale.

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Il modulo dovrà essere consegnato al gestore/proprietario del ristorante al fine di sollevarlo da ogni responsabilità nel caso in cui le Forze dell’ordine dovessero contestare il mancato rispetto del distanziamento sociale.

Fase due e autocertificazione di famiglia: alleggerire le regole severe per bar, ristoranti e locali

Bar, locali, pub e ristoranti stanno per tornare in servizio dopo un lungo periodo di crisi economica e dovranno fare i conti con regole severe: 4 metri quadrati per ogni cliente e 2 metri tra un tavolo e l’altro, i pagamenti tramite pos, sanificazione e ventilazione dei locali e servizio al tavolo obbligatorio.

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Si immagina che grazie al modulo di autocertificazione di famiglia i ristoratori potranno conquistare spazio e quindi permettere l’accesso a più clienti, dato che le misure di distanziamento imposte dal Governo (4 metri quadrati a cliente) riducono del 60% circa i posti a sedere. Il che significa meno clienti e meno incassi.

Si immagina anche l’autocertificazione di famiglia potrebbe servire per andare in spiaggia negli stabilimenti balneari, in auto insieme e in ogni altro luogo.