Hanno invaso Bari con i trattori per difendere il ruolo degli agricoltori italiani e, in qualche modo, anche la qualità dei prodotti made in Italy. Come spiega Coldiretti, lintenzione in sede Ue (ovviamente a vantaggio dellinvasione delle produzioni straniere) di togliere la data di scadenza dellolio di oliva, allo scopo di smaltire le vecchie scorte a danno dei consumatori. Dunque, si tratta di difendere larticolo 7 della legge n. 9 del 2013 nella parte in cui prevede un termine minimo di conservazione non superiore ai diciotto mesi per lolio di oliva. Si tratta di una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio e precisano dalla Coldiretti – fa invece venir meno una importantemisura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo lolio di oliva modifica le proprie caratteristiche. Invecchiando, lolio inizia lentamente a perdere tutte quelle qualità organoletticheche lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dellorganismo. Ecco perché diviene fondamentale mantenere il termine minimo di conservazione, prevedendo una possibilità di deroga solo qualora il produttore adotti ulteriori accorgimenti per la conservazione organolettica del prodotto, da riportare in etichetta. Ma ildisegno di legge europea 2015rischia di modificare in peggio letichettatura degli oli di oliva, abrogando le norme che prevedono che “l’indicazione dellorigine delle miscele di oli di oliva deve essere stampata con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita”, con leffetto, denuncia la Coldiretti, di attenuare i livelli di tutela nella commercializzazione dellolio di oliva. Un danno per i consumatori e i produttori in un Paese come lItalia che è ilprimo importatore mondiale di olio di olivache vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti allestero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, dice Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, che denuncia come “il recente via libera finale all’accordo che comprende anche la quota aggiuntiva per l’importazione senza dazi nella Unione europea di 35.000 tonnellate in più l’anno di olio d’oliva tunisino è una scelta sbagliata che non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli italiani eaumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori”.
M.