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Cassa Integrazione, altre 18 settimane in arrivo, ma non a tutti: a chi spetta, a chi no, regole, requisiti, come fare

Novità sul fronte della Cassa Integrazione, con altre 18 settimane in arrivo, che però, stando a quanto emerge, non dovrebbero spettare a tutti. Il Ministero del Lavoro è preparato a stanziare 6 miliardi di euro per altre 18 settimane di Cig. Il provvedimento però sarebbe mirato: non spetterebbe a tutti. Ed ecco, dunque chi potrà beneficiarne.

Cassa Integrazione, altre 18 settimane in arrivo: ecco chi ne ha diritto

Dunque il Ministero del Lavoro è pronto a varare un fondo di 6 miliardi di euro per altre 18 settimane di Cig. L’intervento andrà a beneficio solo di alcuni. Quindi la nuova ondata di cassa integrazione (Cig) in arrivo che il governo pare voler erogare alle aziende pari ad altre 18 settimane di Cig, per una cifra di 6 miliardi di euro, avrebbe delle limitazioni in quanto a requisiti.

Il Ministero del Lavoro starebbe elaborando un nuovo finanziamento per evitare i licenziamenti da parte dei datori di lavoro concedendo altre 18 settimane di cassa integrazione salariale per i lavoratori. Provvedimento che si dovrebbe accompagnare alla proroga dello stato di emergenza sanitaria.

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Nuova cassa integrazione per 18 settimane: come funziona, per chi

Il ricorso straordinario alla Cig porterà ad occhio e croce ad un aumento del debito pubblico. Proprio oggi la Banca d’Italia ha annunciato che il nostro Paese ha superato la soglia dei 2.500 miliardi di euro di debito statale (41.000 euro a testa). E la nuova cassa integrazione dovrebbe costare altri 6 miliardi di euro per milioni che sarebbero da utilizzare fino al 31 dicembre 2020.

Una notizia che emerge da rumors del Ministero del lavoro che in questi momenti è al lavoro su di un tavolo tecnico per la riforma degli ammortizzatori sociali e in specifico della Cig che dovrebbe essere semplificata nelle procedure e divenire unica.

Ma la nuova Cig non sarà per tutti. E’ all’ipotesi infatti un piano per individuare le aziende più colpite dalla crisi e che possano dimostrare un evidente calo del fatturato nel corso del primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Si vocifera di una percentuale di almeno il 50% di calo del fatturato medio per i primi sei mesi da dimostrare insieme alla regolarità contributiva Inps. Su questo punto i tecnici stanno analizzando affinché la misura a sostegno del reddito venga accompagnata anche dal rinnovo del blocco dei licenziamenti fino a fine anno, dunque oltre la data per ora fissata al 17 agosto.

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aggiornamento ore 1.01

Confesercenti, sì riforma ammortizzatori, ma proroga Cig

La riforma degli ammortizzatori sociali di cui ha parlato la ministra Nunzia Catalfo andrebbe bene ma a patto che non comporti aggravi per le imprese. Lo dice Confesercenti. “Più urgente – afferma Confesercenti – comunque, resta sciogliere il nodo della cassa integrazione: se non verrà prorogata, nel commercio non alimentare, nella somministrazione e nel turismo, migliaia di contratti a tempo determinato potrebbero non essere rinnovati a settembre. E anche la posizione dei lavoratori a tempo indeterminato è fragile: fino a 2 su 10 potrebbero perdere il posto”.

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“Prima di procedere alla riforma – è la posizione di Confesercenti – valorizziamo l’attuale assetto degli ammortizzatori sociali e procediamo, urgentemente, alla proroga per almeno altre 18 settimane delle integrazioni salariali e alla sburocratizzazione delle procedure Inps, con contestuale finanziamento delle misure di emergenza”.

aggiornamento ore 4,31

Cna si schiera: ritardi intollerabili sulla Cig

Cna, in compagnia delle organizzazioni datoriali e Cgil, Cisl e Uil, ha chiesto ai ministri Catalfo e Gualtieri un diretto interessamento per il trasferimento delle risorse al Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato, strumento in grado di garantire le prestazioni di sostegno al reddito ai dipendenti delle imprese artigiane che hanno ridotto o sospeso la loro attività in seguito all’emergenza coroanvirus.

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“Nonostante questi sforzi – si legge in una nota della Cna – sono ancora molti i lavoratori che attendono le prestazioni di sostegno al reddito relative ai mesi di aprile, maggio e giugno, nei confronti dei quali FSBA non ha più alcuno spazio di azione, avendo già anticipato tutte le risorse accumulate negli anni per far fronte alle oltre 750 mila domande pervenute. Il ritardo nel trasferimento delle risorse già stanziate, che di fatto impedisce a FSBA di operare, è ormai diventato intollerabile per imprese e lavoratori e, per questo motivo, è necessario un intervento immediato delle istituzioni volto a disporne l’integrale trasferimento”.

aggiornamento ore 10,20