DAL 2010 ENTRERÀ IN AUGE IL DECRETO ‘UNO CONTRO UNO’, MA UNA RICERCA EVIDENZIA CHE LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI ELETTRICI, DUE ITALIANI SU CINQUE NON LI CONOSCONO

    rapporto_annuale_2012_smaltimento_raee.jpg (399×301)

    Incredibile a dirsi ma, come rivela una ricerca realizzata da Ipsos Italia per Ecodom e Cittadinanzattiva sui comportamenti degli italiani nella gestione dei Raee(Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), nelle abitazioni degli italiani si trovano delle apparecchiature ’a rischio’ che rappresentano il 7,4% del totale posseduto. Ebbene, meno di un italiano su quattro riconosce correttamente i rifiuti elettrici ed elettronici mentre,più di due su cinque non li conoscono affattocome non conoscono la possibilità di conferimento offerta dal decreto ’uno contro uno’. E’ quanto emerso intervistando 2.121 cittadini maggiorenni residenti in Italia e selezionato in base a quote per genere, età, area geografica, e ampiezza dei centri abitati, il legame tra questi comportamenti e la conoscenza dei decreti che regolano in Italia il conferimento di Raee. Presto infatti, dal 20120, entrerà in vigore l’attività regolamentata dal decreto’uno contro uno’, che da giugno 2010obbliga i venditori di prodotti elettrici ed elettronici al ritiro gratuito dell’apparecchiatura dismessa a fronte dell’acquisto di un nuovo prodottoequivalente, e dal nuovo decreto’uno contro zero’, che da aprile 2016prevede la consegna gratuita dei Raee di piccole dimensioni(inferiori a 25 cm) presso i punti vendita con superfici superiori a 400 mq (il servizio è facoltativo per i negozi più piccoli) senza alcun obbligo di acquisto. Nonostante questo, come dicevamo, meno di un intervistato su quattro (18%), una quota ancora marginale di popolazione, riconosce correttamente i Raee. Due su cinque (40%) ne hanno solo un’idea approssimativa mentrela maggioranza relativa (42%) non li conosce affatto. Le principali fonti di informazioni per i cittadini che li riconoscono, sono l’amministrazione pubblica (31%) o le aziende di igiene urbana (31%). Solo in un 10% dei casi le informazioni sono state fornite dai relativi negozianti. Tuttavia c’è molta consapevolezza rispetto al grado di rischio di queste apparecchiature, per le conseguenze dannose che il mancato trattamento può avere sul suolo, sull’aria e sull’acqua, e per la presenza di sostanze inquinanti contenute in alcuni componenti, in base al parere di chi le considera pericolose. Eppure in molte case italiane le cosiddette ‘apparecchiature a rischio’ in disuso o non funzionanti (che potrebbero essere dismesse in modo non corretto), rappresentano il 7,4% del totale posseduto. Il più elevato potenziale di rischio è rappresentato daivideoregistratori, dalle videocamere, dalle macchine fotografiche digitali, e dalle calcolatrici. “La conoscenza dei Raee e la consapevolezza dell’importanza della loro raccolta differenziata – spiega il direttore generale Ecodom,Giorgio Arienti, – sono ancora poco diffuse tra gli Italiani. Nelle nostre case ci sono moltissime apparecchiature non utilizzate o non funzionanti, soprattutto di piccole dimensioni, per il cui conferimento la distribuzione ha ancora un ruolo secondario.Il ritiro ’uno contro zero’ è pressoché sconosciuto, sebbene se ne intuiscano le potenzialità per quanto riguarda l’incremento della raccolta: perciò il Consorzio, che nel 2016 con 95mila tonnellate ha gestito il 33% del totale dei Raee del Sistema Raee italiano, continuerà a lavorare per far conoscere questo importante servizio gratuito”. Tuttavia, nella fase di dismissione di tali apparecchiature, fra gli italiani prevale il buonsenso, con il 60% di quanti si rivolgono alle società di igiene urbana e nel 9% dei casi tramite i negozianti, per lo smaltimento. Anche se, purtroppo, resiste ancora un 17%, fra chi continua a tenerli in cantina o, peggio, a smaltirli illegalmente. Rispetto alla precedente indagine effettuata da Ipsos per Ecodom nel 2011, i cittadini riconoscono di avere le principali responsabilità degli scarsi risultati di raccolta dei Raee (in media il 35%, che però a Roma sale al 41%). Nell’attribuzione di responsabilità seguono le amministrazioni pubbliche (30%), valore in sensibile calo rispetto al 2011 (39%), che però nelle Isole arriva a quota 37%. Chiamato in causa anche il canale distributivo (13%), seguito dai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (11%). Come spiega il segretario generale Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, “A far la differenza, sono anche la capacità degli amministratori di implementare nei territori politiche nazionali e obiettivi europei, gli investimenti in infrastrutture dedicate, a partire da una più capillare presenza di specifici centri di raccolta, ma anche la capacità di fare rete tra i vari soggetti della filiera direttamente interessati, produttori, distributori, consorzi, ecc…, con le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni civiche”. Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, spiega invece che “La ricerca evidenzia certamenteun gap informativo da colmare nel settore della raccolta dei Raee”. Come sottolinea il direttore generale Aires-Confcommercio, Davide Rossi, “Quello che si dovrebbe fare è evidente: campagne educative nazionali promosse a livello ministeriale e intensa attività sul territorio da parte dei Comuni. Per quanto riguarda i commercianti italiani di elettronica stiamo già facendo più di quello che sarebbe ragionevole pretendere da noi”.

    M.