Decreto Milleproroghe: c’è l’ok Senato con 148 sì

    C’è il via libera definitivo del Senato al decreto Milleproroghe: l’Aula ha approvato il decreto con 148 sì, 110 no e 3 astenuti. Il provvedimento passerà ora alla Camera. La seconda lettura è prevista per il mese di settembre dopo la ripresa dei lavori parlamentari per la pausa estiva.

    Non sono mancate, tuttavia, le polemiche in Aula al Senato durante la discussione del provvedimento: isenatori Pd sono intervenuti sul processo verbale della seduta di venerdì, prendendo la parola contro l’emendamento che fa slittare le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo vaccinale. Botta e risposta non poco polemici tra il capogruppo dem, Andrea Marcucci, e la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati: il presidente dei senatori Pd ha sottolineato che la discussione sul processo verbale non può essere conteggiata all’interno del contingentamento stabilito per l’esame del decreto. “Il contingentamento è stato stabilito all’unanimità nella capigruppo – ha ribattuto la Casellati – se fosse così vuol dire che i tempi si possono aumentare a iosa e il contingentamento non conta più. Io non ho nessuna difficoltà a stare qui fino a Ferragosto, basta che lo decida la capigruppo”.

    Le regole per rendere operativo il fondo per i risparmiatori ’vittime’ di reati finanziari dovranno essere emanate entro fine ottobre: lo prevede uno degli emendamenti al decreto Milleproroghe approvato dalla commissioni Affari costituzionali del Senato e confermato in Aula, che sposta dunque al 31 ottobre il termine fissato in precedenza a 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio.

    Tra le modifiche già approvate in commissione, l’assemblea di Palazzo Madama ha inoltre confermato anche il ’congelamento’ delle imposte al consumo sulle sigarette elettroniche fino al 18 dicembre e il rinvio a gennaio 2019 dell’obbligo di ricetta elettronica per i veterinari. Confermate in Aula anche alcune modifiche sulla questione terremoto, come i poteri speciali dei presidi nelle zone colpite dal sisma del 2016, che potranno così anche per il prossimo anno scolastico derogare sui numeri minimi e massimi per formare le classi e creare nuovi posti per i docenti.