Di Maio va in Cina a collegare l’Italia alla Via della Seta

    L’accordo con la Cina sulla partecipazione italiana alla Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta, potrebbe vedere entro la fine dell’anno la chiusura dei negoziati, ma prima occorrerà risolvere con il governo cinese “alcune questioni che per noi sono dirimenti”.
    L’accordo con la Cina sulla partecipazione italiana alla Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta, potrebbe vedere entro la fine dell’anno la chiusura dei negoziati, ma prima occorrerà risolvere con il governo cinese “alcune questioni che per noi sono dirimenti”.
    Luigi Di Maio prosegue nella sua diplomazia personale e sbarca a Chengdu, nel sud-ovest della Cina, dove si trova in missione istituzionale.
    Per quanto riguarda l’iniziativa di connessione infrastrutturale tra Asia, Europa e Africa lanciata nel 2013 dal presidente cinese, Xi Jinping, “per noi è molto importante chiarire che siamo contenti di essere l’unico Paese del G7 ad avere portato avanti fino a questo punto i negoziati”, ha detto Di Maio, “ed è chiaro anche che entro la fine dell’anno si potrebbe arrivare alla firma, e quindi alla chiusura dei negoziati, qualora si potrà discutere nei prossimi mesi con il governo cinese di alcune questioni della via della Seta, che per noi sono dirimenti”.
    Tra questi aspetti, Di Maio ha citato il settore agro-alimentare, quello dei trasporti, sia ferroviari che su gomma, e nel campo degli investimenti greenfield.
    L’Italia è ospite d’onore alla Fiera di Chengdu. Milleduecento metri quadrati espositivi, una circular dark room per viaggi a 360 gradi in realtà virtuale e 55 aziende che già operano in Cina a presentare le eccellenze del Made in Italy. Questi sono in sintesi i numeri del Padiglione Italia alla mostra di Chengdu, che si svolgerà dal 20 al 24 settembre e di cui l’Italia è quest’anno l’ospite d’onore.
    A fare da legame tra le varie realtà in mostra, coordinate dal Consolato Generale a Chongqing, dall’Ice e dalla Camera di commercio Italia-Cina, il codice ‘Dna Italia’ basato sui quattro elementi della sostenibilità, del design, dell’innovazione e dello stile di vita.
    La Fiera, che si tiene ogni due anni nel capoluogo del Sichuan, è la prima realtà di questo tipo della Cina occidentale. Con un’area espositiva di 260.000mq, è stata ideata nel 2000 all’interno della Go West strategy e della Belt and Road Initiative.
    Le aziende italiane saranno tutte rappresentate lungo il percorso che racconta i valori dell’innovazione e della tradizione italiana, in un’area libera da confini/muri divisori e permeabile, per permettere al visitatore un viaggio nei settori prioritari di collaborazione tra Italia e Cina: la sanità (9 aziende), le energie pulite e l’urbanizzazione sostenibile (7 aziende), il turismo e il lifestyle (6 aziende) e l’agroalimentare (23 aziende).
    Sempre in ottica di sistema è stato anche coinvolto Enit che offrirà all’ospite cinese dei “viaggi in Italia in realtà virtuale”.
    Poi i preparativi per l’Expo di Shanghai. Dopo la missione che si concluderà il 21 settembre, Di Maio, tornerà in Cina a novembre prossimo in occasione della China International Import Expo, che si terrà nella metropoli cinese dal 5 al 10 novembre prossimo. Lo ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa con i media italiani e cinesi, a Chengdu dove domani inaugurerà il padiglione italiano della Western China International Fair di Chengdu, che rappresenta “una grande occasione per rafforzare la nostra amicizia con la Cina”, ha detto.
    La tappa di Di Maio a Chengdu è anche l’occasione per sottolineare il valore “strategico” della relazione bilaterale, che passa anche attraverso l’accordo che Italia e Cina sigleranno nelle prossime ore sugli investimenti nei Paesi terzi, e in particolare quelli africani.
    “Potere investire in Paesi terzi come quelli africani con un partner come la Cina può essere un’ottima occasione per migliorare la vita di quelle persone e allo stesso tempo migliorare le condizioni economiche delle nostre aziende”, ha detto di Maio.
    L’accordo, ha aggiunto, “ci eleva al ruolo di partner privilegiato della Cina”, con cui Di Maio punta a rafforzare i rapporti economici con un altro accordo, che ritiene possibile entro fine anno, sull’iniziativa Belt and Road di connessione infrastrutturale euro-asiatica, lanciato dal presidente cinese, Xi Jinping, nel 2013.
    Prima della firma, però, devono essere risolte “alcune questioni per noi dirimenti”, ha detto Di Maio, tra cui ha indicato l’abbattimento delle barriere non tariffarie per favorire le esportazioni, citando soprattutto i prodotti dell’agro-alimentare, e le possibilità di investimento sia nei porti italiani che nella tecnologia.
    “Stiamo per avviare un fondo per l’innovazione tecnologica e le start-up innovative, misto pubblico-privato, che consentirebbe investimenti comuni nei settori tecnologici italiani”, ha detto in serata. Altro tema in discussione nei negoziati sulla Belt and road è il turismo che, per Di Maio, passa soprattutto attraverso un aumento delle rotte aeree e un aumento della considerazione dell’Italia come meta da parte delle agenzie turistiche cinesi.