L’Ocse non si impicci: Di Maio sul rapporto che ci declassa

    “Andiamo avanti così, con lo scopo di restituire dignità ai cittadini. Qualcuno seduto su una scrivania lontano migliaia di chilometri crede che l’Italia per ripartire debba attuare politiche di austerity? Bene, le facessero a casa loro. Nel settembre 2018 l’Ocse  ci chiedeva di non cancellare la Fornero. Oggi in un nuovo report scrive che bisogna subito abrogare Quota 100 perché crea debito e disuguaglianze. Poi scrive che il Reddito di cittadinanza ’incoraggia l’occupazione informale’ e crea ’trappole della povertà’. Sapete cosa significa tutto questo? Che stiamo andando nella giusta direzione. Rispetto l’opinione di tutti, ma quando non perdi occasione per sparare contro il mio Paese e contro gli italiani no, mi dispiace, ma questo non lo accetto. I nostri prossimi passi sono un abbassamento del carico fiscale alle imprese e un grande aiuto alle famiglie. No intromissioni, grazie. Sappiamo quello che stiamo facendo!”. Secca ed immediata la replica del vicepremier (nonché ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro), Luigi Di Maio, che dalla sua pagina Fb ha commentato le pesanti affermazioni del rapporto stilato dall’ocre sulla nostra situazione economica. 
    Come riportato in un altro articolo, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico stamane ha suggerito all’Italia di abrogare “le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019 e mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita, per stimolare una crescita sostenuta e inclusiva”. Questo perché, secondo l’Ocse, Quota 100 finirà per ridurre “la crescita nel medio periodo riducendo la partecipazione degli anziani al lavoro, peggiorerà la disuguaglianza intergenerazionale e aumenterà il debito pubblico”. Lo stesso dicasi per il Reddito di Cittadinanza che, si premette, “punta giustamente ad aiutare i poveri” ma, viene però evidenziato che “i suoi benefici in termini di crescita saranno probabilmente modesti, specialmente nel medio termine”. Questo perché il Reddito “stanzia importanti fondi aggiuntivi per i programmi anti-povertà, ma la sua efficacia dipenderà in modo decisivo da miglioramenti significativi nei programmi di ricerca e formazione professionale”. E se il Rapporto sottolinea che l’economia italiana “torna a indebolirsi, rallentando”, di contro il Pil italiano segna un calo dello 0,2% nel 2019, prevedendo una leggera ripresa dello 0,5% nel 2020.

    L’Ocse non si impicci. Ma Gurria rincara la dose: l’economia italiana è in stallo 

    Dunque, ‘consiglia’ ancora l’Ocse, per poter stimolare una crescita “sostenuta e inclusiva, l’Italia deve elaborare un programma pluriennale di riforme istituzionali, economiche e sociali e non abrogare le importanti misure adottate negli ultimi anni”. In particolare, spiega Angel Gurria, segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, “L’economia italiana è ufficialmente in stallo”, e non c’è assolutamente da trascurare l’elevato “livello di debito pubblico che fa correre gravi rischi alla stabilità del sistema bancario ritrovata faticosamente con gli interventi degli ultimi anni. In Italia si registrano notevoli disparità di reddito, persistenti e profondamente radicate, con tassi di occupazione che vanno dal 70% a Bolzano al 40% in Calabria. E il sistema fiscale e previdenziale aggrava tali disparità”. Ecco perché, a giudizio del segretario generale,”l’eliminazione di Quota 100 consentirebbe di liberare 40 miliardi fino al 2025, un valore vicino al 2% del Pil italiano”. Una misura quella di Quota 100, aggiunge ancora Gurria, che “è una misura temporanea, ma da ex ministro so che non c’è niente di più permanente di una misura temporanea”.

    Il ministro Tria replica al segretario dell’Ocse: Quota 100, è un misura temporanea

    Una questione complicata, un’analisi impietosa, che innesca la risposta del ministro dell’Economia, il quale ha tenuto a spiegare che la misura d’intervento sul sistema pensionistico (’Quota 100’), “non è solo una misura temporanea ma anche sperimentale perché serve ad affrontare un problema di transizione sul mercato del lavoro. La riforma Fornero ha creato problemi di transizione – ha analizzato Tria – con ricadute di equità sociale ma anche con una interruzione del turn over naturale della forza lavoro, rallentando anche il turn over delle competenze. Quanto all’economia italiana – ha quindi aggiunto il ministro – stiamo adottando misure per contenere il rallentamento e tenerci in area crescita positiva anche nel 2019. Manterremo gli obiettivi di deficit”. Quindi, stemperando gli animi, Tria ha concluso sostenendo: “Teniamo conto delle raccomandazioni del rapporto Ocse, anche se non ho visto disaccordi di fondo ma riflessioni importanti”.
    Max