LO SCUDETTO? IL NAPOLI E’ LA SQUADRA PIU’ ACCREDITATA, MA LA JUVE E’ FAVORITA

    “Il campionato è lungo e nulla è deciso, dobbiamo stare calmi a fare proclami perché dobbiamo giocarcela con grandissime squadre. Due settimane fa avremmo detto Inter. Abbiamo perso qualche punto ma adesso abbiamo delle partite da vincere assolutamente per raggiungere le squadre ci sopravanzano”. Intervistato da Sky Sport, Daniele De Rossi si concede volentieri ad un’attenta disamina sul campionato e sulla sua sqaudra. “Secondo me il Napoli è la squadra più accreditata per vincere – spiega il capitano giallorosso – per come gioca, mi piace molto ma poi la Juve è sempre lì, è sempre davanti a tutti e dobbiamo per forza ripartire dalla Juve favorita e poi un passo indietro Roma e Napoli”. Poi, tornando alla sconfitta della Roma contro la Juventus a Torino, De Rossi tiene a sottoliuneare che “Non si possono basare le ambizioni di una squadra su una partita sola, soprattutto quando vai a giocare contro una squadra molto forte come la Juve. La Juventus ha giocatori fortissimi, se vincono da 5-6 anni di seguito vuol dire che sono più forti degli altri. Semplicemente i nomi che avevano in panchina ti fa capire che hanno una rosa di proporzioni giganti. Noi abbiamo fatto la nostra partita un pochino meno bene nel primo tempo per certi versi, molto meglio nella ripresa. Ci sta soffrire con la Juve, la soffrono tutti, un pareggio non sarebbe stato un risultato rubato e ci avrebbe portato a vedere questo inizio di stagione in maniera un po’ differente”. Ma la Roma è una squadra che sta via via trovando una sua dimensione, “E’ un percorso lungo e vincere, una parola di cui non si deve abusare, me lo ha insegnato Conte a cui devo tanto. Vincere si vince tutti i giorni in allenamento e con gli atteggiamenti giusti”. Riguardo poi l’avvanto di Esubio Di Francesco, il centrocampista di Ostia osserva, “Potrei parlare semplicemente dei punti, guardando la classifica potremmo aver fatto più punti dell’anno scorso nel girone d’andata con una partita ancora da recuperare e già questo potrebbe mettere tutti a tacere”. Quanto poi gol, “E’ un discorso di squadra, di supporto ai giocatori offensivi e anche un pizzico di sfortuna e stanchezza. Non vedo un problema grave, creiamo un po’ meno ma non vedo una situazione preoccupante. I nostri attaccanti sono forti e noi da dietro torneremo a dargli una mano affinché i gol arrivino con più facilità”. Ed in particolare, parlando della momentanea assenza realizzativa di Dzeko, il capitano commenta che “E’ un campione assoluto che anche quando non segna aiuta la squadra in maniera incredibile. Può sbagliare un gol come i più forti, sicuramente il fatto che la squadra produca di meno non lo aiuta. Lui è un giocatore che ha bisogno di presenza in area e di palle che arrivano lì dentro. Secondo me comunque sta facendo un ottima stagione”. Vista la disponibilità e l’efferrata dialettica, Sky Sport sposta l’attenzione di Daniele sulla Nazionale, e la recente debacle contro la Svezia: “Sono state dette molte cose su Italia-Svezia, anche che mi sono rifiutato di entrare. Cosa mai successa. C’è stato uno scambio che succede centinaia di volte tra giocatore e preparatore atletico. C’è stato un momento di grosso nervosismo, la qualificazione era molto importante ma sapevamo che sarebbe stata dura. Non mi è piaciuto neanche gettare la croce addosso a Tavecchio che è un personaggio che non mi ha fatto impazzire quando si è inserito con alcune dichiarazioni sicuramente fuori luogo ma negli anni ha fatto il dirigente ereditando una situazione calcistica determinata. Non poteva fare miracoli, ne ha fatti nella prima gestione con Conte. Bisogna essere coerenti quando si parla delle persone e dei progetti, poi che abbia fallito ha fallito come tutti noi”. Guardando poi alla presidenza della Figc, l’azzurro definisce “Damiano Tommasi, una persona che ha sempre dato un’immagine diversa sia da calciatore che da dirigente. Con Damiano vai sul sicuro, poi ci saranno certamente altre persone capaci e perbene”. E Totti nella neo figura di dirigente? “A me piaceva di più da calciatore quando aveva 28-29 anni perché non mi faceva sudare – dice sorridendo De Rossi – gli davo palla e mi faceva vincere. Aveva paura di non ritrovarsi a casa sua ma si sta ambientando bene in questo ruolo, anche grazie a un ottimo rapporto con Monchi. Ha trovato il suo posto ideale”.
    M.