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    Maturità 2019, chi era Carlo Alberto Dalla Chiesa, scelto tra le tracce della prima prova

    Arriva la giornata della prima prova dell’esame di Maturità 2019, e tra le altre tracce che sono state scelte per mettere alla prova i maturandi, ce ne è una dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa.

    Ma chi era Carlo Alberto Dalla Chiesa, e perchè è stata scelta la sua figura tra quelle attorno a cui vertono le tracce della prima prova della maturità 2019?

    Maturità 2019: Carlo Alberto Dalla Chiesa, la carriera, la lotta alla mafia, la morte

    La scelta della figura di Carlo Alberto Dalla Chiesa per la prima prova della Maturità 2019 ricade, come tracce, nel novero del cosiddetto tema attualità. E il motivo è semplice: raccontare il perchè dell’uccisione da parte della Mafia di Carlo Alberto Dalla Chiesa.

    In particolare agli studenti viene chiesto di elaborare un testo dalla sua drammatica morte anche attraverso letture e conoscenze personale, approfondendo ad ampio raggio la tematica del terrorismo di stampo mafioso.

    Oggi 19 giugno 2019 debutta l’esame di Maturità per tutti gli studenti dell’ultimo anno delle superiori e nella tipologia C della prima prova 2019, come tema di attualità, tra le tracce propone la figura di Carlo. Dunque, di chi si tratta?

    Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato un generale e prefetto italiano, figlio di un generale dei Carabinieri. Dalla Chiesa, durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla Resistenza, dopodiché si trasferì in Sicilia dove prima combatte il banditismo, e poi indagò Cosa Nostra. Il generale venne ucciso dalla mafia: questo lo portò a divenire un martire dello Stato.

    Il suo sacrificio oggi è oggetto di una delle tracce della prima prova dell’esame di maturità 2019. Carlo Alberto Dalla Chiesa venne mandato nel 1982 in Sicilia come prefetto di Palermo, ma dopo pochi mesi dall’inizio della sua opera, un attentato mafioso lo uccise.

    Nato a Saluzzo, in provincia di Cuneo, il 27 settembre 1920, figlio di un generale dei Carabinieri si laureò in Giurisprudenza e poi entrò come il padre nell’Arma: come detto partecipò anche alla Seconda Guerra Mondiale ed alla Resistenza.

    I suoi primi incarichi al Sud lo videro lottare contro il banditismo ma anche iniziare i primi lavori di indagine sulla mafia, prima di essere chiamato al Nord, una volta divenuto generale di brigata, per partecipare alla lotta al terrorismo.

    Carlo Alberto Dalla Chiesa fu cruciale per la lotta contro le Brigate Rosse, e fu tra i fondatori del Nucleo Speciale Antiterrorismo. Uno dei suoi successi professionali maggiori fu l’arresto di Renato Curcio, all’epoca capo indiscusso delle BR.

    Carlo Alberto Dalla Chiesa divenne vice comandante generale dei Carabinieri: nel 1982 il governo guidato Spadolini lo inviò in Sicilia per combattere la mafia, nominandolo prefetto di Palermo. Arrivato in Sicilia ad aprile, poté mettersi però, purtroppo, alla guida della Prefettura di Palermo solo per pochi mesi.

    Infatti, il 3 settembre 1982 venne ucciso dalla mafia in un attentato nel corso del quale persero la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.

    Per il suo omicidio oltre agli esecutori materiali Antonino Madonia e Vincenzo Galatolo, sono stati condannati tutti all’ergastolo nel processo come mandanti anche i principali boss di Cosa Nostra: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò e Michela Brusca.