Omicidio San Giovanni, pubblicate le grida della donna prima del massacro – di Glenda Fei

    ospedale-bambin-gesu-roma-258.jpg“Mi ha accoltellato nel sonno. Non so cosa le è scattato in testa”. Parole di disperazione quelle di Idris ad Abdul, connazionale di 43 anni accoltellato durante la notte dalla moglie marocchina di 42 anni, Khadija El Fatkhani, la stessa che ha ucciso a colpi di mannaia due dei suoi figli, di 9 e 3 anni, e ferito la piccola di 5, prima di impiccarsi nel bagno.

    Sopravvissuta al raptus omicida della madre, la bimba si trova ricoverata in stato di coma farmacologico al Bambin Gesù; per il momento avrebbe riportato fratture multiple del cranio, lesioni da arma da taglio su trachea e collo, ed infine avrebbe subìto anche l’amputazione di alcune falangi, compromettendo così in futuro la sua completa mobilità. Nel frattempo resta ancora ricoverato al San Giovanni il marito della madre assassina, ferito all’addome da una pugnalata prima della strage.

    “Ero riuscito a tranquillizzarla, le ho fatto posare il coltello sul tavolo in cucina”, continua a raccontare ai suoi colleghi in lacrime e incredulo, Idris Jeddou, il quale ha saputo l’accaduto, avvenuto in casa sua nel palazzo di via Carlo Felice lo scorso lunedì, da una persona che lui stesso aveva mandato per controllare la situazione sul luogo dell’orrore. “Mia sorella non aveva problemi, non capisco cosa sia successo”, grida con disperazione Aziz, il fratello della donna. Il motivo della lite con il marito e della successiva strage è ancora da chiarire, ma per il momento chi indaga al caso sostiene che la donna sia caduta in una profonda depressione, che fino ad ora è riuscita a nascondere a tutti.

    Ritengono, invece, le mamme della scuola Federico di Donato, frequentata fino a quel momento dai figli Moussif, Rhim e Hiba, che Khadija negli ultimi tempi non era più la stessa, era disperata perché credeva che il marito la tradisse. Ora ciò che rimane è la speranza del povero marito per la salvezza della sua unica figlia rimasta, e le lacrime di familiari, amici e conoscenti che ricordano a malincuore i due bimbi non sopravvissuti al massacro.