REGIONE LAZIO, USB, NO A TRASFERIMENTO ARDIS IN SEDE

    usbUn secco no quello ribadito con forza dall’Unione dei Sindacati di Base (USB), in risposta alla decisione della Regione Lazio di trasferire la sede dell’Agenzia Regionale per la Difesa del Ruolo di Roma (ARDIS) dall’attuale edificio sito in via Monzambano 10, di proprietà del Demanio, ad una struttura in via del Pescaccio 96/98, già sede di altri servizi regionali, appartenente alla società Sirio Immobiliare s.r.l. riconducibile al Gruppo Banca Popolare di Lodi.

    “Per l’attuale sede ARDIS si spendono circa 190.000 € l’anno, affermano dall’USB, cifra all’incirca equivalente alla spesa per un direttore regionale, mentre per la periferica palazzina di destinazione si spendono già più di 2.000.000 Euro l’anno che, oltretutto, vanno a finire nella casse di un privato. L’edificio del Pescaccio risulta inoltre accatastato come attività commerciale e senza la dovuta agibilità per pubblici uffici, con problemi di sicurezza irrisolti e dislocato in una zona degradata e mal collegata con i mezzi pubblici.” Tale scelta secondo l’USB appare “del tutto irrazionale e inopportuna, in particolare in un periodo in cui l’attività di intervento si intensifica a causa delle condizioni meteo-climatiche avverse, che favoriscono alluvioni, frane e smottamenti mettendo a rischio la pubblica incolumità. Il trasferimento, annunciato entro la fine di febbraio, presenta anche ricadute negative sul personale ARDIS, proveniente da tutta la Regione, che sarà probabilmente costretto a raggiungere con mezzi propri il quartiere periferico in cui è collocata la nuova sede, con ripercussioni sul già caotico traffico della capitale.” Il sindacato non ritiene accettabile “che la Pubblica Amministrazione ricorra a prendere in locazione immobili privati in simili condizioni con canoni stratosferici e, al contrario, conceda a pochi soldi i propri edifici in favore di attività produttive private. Per questo, dopo aver sostenuto le tre petizioni da parte dei lavoratori ARDIS contro il trasferimento, rimaste inascoltate dalla attuale e dalla precedente Giunta regionale, l’USB ha chiesto alla Regione Lazio di bloccare il trasferimento e di contrattare con il Demanio nuovi canoni di locazione.”