“L’Unione Europea in mano ai populisti rischia di trasformarsi in una nuova Repubblica di Weimar”

    Matteo Salvini attacca il Ppe da Pontida, e i suoi temi volti a fare della frangia politica di matrice populista la forza più forte in vista delle prossime elezioni europee preoccupa e non poco molti esperti. Tra questi, quelli del quotidiano economico britannico Financial Times che si professa preoccupato parlando del rischio che l’Unione europea in mano a i populisti si trasformi in una nuova “Repubblica di Weimar”. Da parte sua il ministro dell’Interno, a margine di un evento a Milano, fa riferimento alla crisi del governo tedesco legata al tema dei migranti e all’esito dell’ultimo vertice Ue: “Almeno questo non è colpa mia. Spero che ne escano presto ma guardo al governo italiano. Vuol dire che l’immigrazione fuori controllo non è più sostenibile e accettata da nessuno”.

    A scrivere sul Financial Times è Wolfgang Munchau, il quale afferma che le ‘minacce di Salvini’, accanto alla politica sui dazi degli Stati Uniti di Trump, rischiano di trasformare l’Unione Europea in “una repubblica di Weimar dei nostri tempi”.

    Secondo il prestigioso organo di informazione britannico, “la minaccia posta” dal numero uno della Lega Nord “può essere più potente se non così diretta” come quella dei dazi Usa sulle auto,”. Secondo il Financial Times, in effetti, il governo italiano attualmente, “sta facendo il gioco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo con l’Ue”, con una chiara, chiarissima allusione a Salvini come il cattivo e il premier Giuseppe Conte il buono.

    E, con la crisi dei migranti dove “tutte le decisioni difficili devono ancora essere prese”, questo “è un terreno fertile per i populisti dell’Ue” di destra. “La loro ambizione – scrive ancora il quotidiano britannico – è occupare le istituzioni Ue e distruggere l’Ue dall’interno”, come dimostra Salvini che “ha messo gli occhi sulle elezioni europee del 2019, e le sue chance sembrano buone”.

    Come risaputo, la Repubblica di Weimar fu il regime che si instaurò nel 1919 in Germania dopo la fine della Prima guerra Mondiale, tentativo poi crollato nel 1933 in favore della dittatura nazista di Adolf Hitler, che riuscì a fa confluire i disagi popolari e la crici politica e economica del paese in un rigurgito di estremismo da cui venne partorito, appunto, il nazional socialismo da cui ogni strada democratica nel paese teutonico venne definitivamente spazzata via irreveribilmente, per poi tornare a uscire la testa solo dopo la liberazione.