Azzolino si dimette in attesa dell’ok per l’arresto di Pietro Cataleta

    Il senatore del Nuovo centrodestra ricopre la carica dal 2001 con una sola pausa durante il governo Prodi. E’ coinvolto nell’inchiesta sulla presunta maxitruffa del porto di Molfetta ed è destinatario della richiesta di arresto per il crac delle case di cura “Divina Provvidenza” su cui si pronuncerà nelle prossime ore la giunta per le immunità di Palazzo Madama. Ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza della commissione Bilancio del Senato, carica che ricopre da circa 12 anni. “La commissione che ho l’onore di presiedere ha bisogno di decisioni che richiedono dedizione assoluta e tempo pieno”, ha scritto nella sua lettera di dimissioni ribadendo la “totale infondatezza dei fatti giudiziari” che lo vedono coinvolto. Nelle prossime ore la giunta per le immunità di Palazzo Madama dovrà votare sulla richiesta di arresto della Procura di Trani per l’inchiesta “Divina Provvidenza” sulle case di cura. Per il presidente dell’organismo Dario Stefàno non c’è fumus persecutionis e bisogna accogliere la richiesta dei pm di Trani che indagano sul crac dell’istituto della Divina Provvidenza. Giovanardi: “Decisione slitta di 24 ore perché non è un linciaggio”. Forza Italia: “Quadro impalpabile e testimonianze inattendibili: il fumus c’è” questo era il quadro generale di ieri. Al momento della sospensione, infatti, come spiega lo stesso Stefàno, c’erano ancora 6 commissari iscritti a parlare. Da parte di alcuni senatori, tra cui Mario Ferrara (capogruppo di Grandi autonomie e libertà, eletto con il Pdl) e Enrico Buemi (Psi, eletto con il Pd), è arrivata la richiesta di rinviare. “Tutti quanti – spiega Stefàno – hanno preso l’impegno a chiudere la discussione generale e a votare la mia proposta entro domani sera”. Nelle prossime ore avverrà la decisione.