Bollette, tasse sanità: spese obbligate pari a 7300 euro a testa

    Come accade di consueto quando si inizia a parlare, in piena estate per di più, di aumenti dei costi della vita, di accentuazione dei parametri di spesa e di tasse e bollette che andranno a ricadere nel prossimo periodo sui cittadini italiani, in linea di massima non si sta per parlare di buone notizie. E purtroppo anche i dati che arrivano nel merito in questo inizio di agosto 2018 non sono certo la classica eccezione che conferma la regola ma, nei fatti, al conferma di una mesta linea di continuità che non ha soluzioni di discontinuità, per appunto.

    Aumenti, aumenti in varia forma e in vari settori: da quello dell’elettricità ai costi della sanità pubblica, senza dimenticarsi poi delle tasse di assicurazione che sono tendenzialmente tra i trend più in ‘ascesa’ da questo punto di vista.

    Dall’energia elettrica ai ticket sanitari, passando per le assicurazioni, le quota di “spese obbligate” nel 2018 si attesta al 40,7% sul totale dei consumi, in calo di circa un punto rispetto al 2014 ma ancora con “un’elevata incidenza”, che arriva a pesare “quasi 7.300 euro l’anno pro capite”. E tra le uscite vincolate, per le quali il cittadino “ha poca, o nessuna, libertà di scelta”, la voce abitazione è quella più rilevante: tra affitti, manutenzioni, bollette e utenze assorbe “quasi 4.200 euro”. E’ quanto stima l’ufficio studi della Confcommercio.

    Cala la quota di spesa destinata agli alimentari. Per la spesa alimentare in Italia, a testa, si spendono 2.681 euro annui, un valore in crescita solo in termini assoluti. Sul totale dei consumi la quota assorbita dai prodotti della tavola risulta infatti in calo, attestandosi al 15,0% nel 2018 dal 15,2% del 2014, quando già era in riduzione rispetto al 2007.

    Diversi aumenti sono poi in corso di divenire, almeno secondo alcuni prospetti analitici di analisti del settore: intanto, mentre il governo dibatte sulla prossima serietà del bilancio su cui apporre le firme, si ritorna a chiarire la continuità sui famigerati 80 euro di renziana memoria, confermando poi che l’Iva, invece non verrà fatta aumentare.