Civitavecchia, Tidei: “Subito tavolo Tirreno Power, tutelare lavoratori e produzione”

    Attivare un tavolo di confronto sulla vertenza Tirreno Power per tutelare i posti di lavoro a rischio negli impianti dell’azienda e per salvaguardare la produzione di energia elettrica. E’ quanto chiede la deputata del Pd, Marietta Tidei, in un’interrogazione al Governo depositata in commissione Attività produttive alla Camera. “E’ indubbia – sottolinea Tidei – l’importanza che Tirreno Power rappresenta nel panorama italiano della produzione di energia elettrica, con 17 centrali idroelettriche, tre centrali termoelettriche e con una dimensione occupazionale di assoluto rilievo, pari a oltre 500 occupati”. “E’ importante rilevare – prosegue – che soltanto nel 2009 la stessa società ha assunto, a tempo indeterminato, giovani dipendenti nelle sedi di Civitavecchia e di Vado Ligure”. “La società – spiega Tidei – ha annunciato ai sindacati che procederà a 315 licenziamenti, con un taglio dell’organico che dalle 508 unità attuali, porterebbe il numero dei dipendenti a 193, con una riduzione di oltre il 60% dell’organico complessivo”. “Una situazione molto delicata soprattutto per l’impianto di Torrevaldaliga Sud, a Civitavecchia, e a Napoli, dove è previsto un taglio dei lavoratori del 60 per cento”, aggiunge. “A seguito della riconversione della centrale a carbone di Enel, attigua all’impianto di Torre Sud – spiega ancora Tidei – nella convenzione tra Enel, comune di Civitavecchia e Governo è stata prevista una clausola di salvaguardia che prevede il riassorbimento di eventuali esuberi dalla centrale di Torrevaldaliga Sud, di proprietà Tirreno Power, in Enel: gli esuberi previsti per Civitavecchia risultano essere 80 sui 130 dipendenti attuali”. “Il tavolo di confronto – conclude – deve coinvolgere tutti i soggetti interessati: i rappresentanti istituzionali nazionali e locali, i sindacati e le società Enel e Tirreno Power, con l‘obiettivo di arrivare a una soluzione che da una parte tuteli la produzione di energia elettrica e dall’altra i lavoratori, anche alla luce dei drammatici dati sull’occupazione resi noti dall’Istat nel suo ultimo rapporto annuale.