Europee: le reazioni dei sindacati. Cgil “bene, ora stop austerita’”

    Il voto alle elezioni europee dimostra la necessita’ di abbandonare le politiche di austerita’ in Europa e di adottare una politica espansiva in Italia. Questo il commento della Cgil al voto italiano. Il sindacato guidato da Susanna Camusso riconosce il “risultato straordinario, per molti aspetti storico” del Pd che “rimette al centro un’idea positiva di Europa e di buona politica, oltremodo importante anche nella lotta contro i tanti, sterili populismi e contro i pericoli di una destra xenofoba, che nel loro complesso, sono purtroppo cresciuti in Europa. Soddisfatto anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, “Il voto per le europee argina il rischio di populismo e rafforza la stabilita’ del governo ma carica di maggiore responsabilita’ il governo Renzi che deve ora mantenere tutte le promesse e completare le riforme, cercando il massimo di coesione sociale” “L’affermazione elettorale – prosegue il leader sindacale – carica di maggiore responsabilita’, nel suo insieme, il governo Renzi sia nella costruzione di una nuova Europa, sia nelle scelte riformatrici e di rilancio dell’economia nel nostro Paese, cui anche il sindacato deve saper concorrere con proposte adeguate e accordi innovativi a livello nazionale e locale, rispondendo alla domanda di cambiamento che la societa’ italiana reclama con grande partecipazione”. “Il governo Renzi – avverte Bonanni – deve ora rispettar tutte le promesse, rendendo stabile per i prossimi anni il bonus fiscale e allargandolo anche ai pensionati. Ma soprattutto occorre affrontare i veri nodi che ostacolano gli investimenti nel nostro Paese, a partire dai costi troppo alti dell’energia, le tasse locali e centrali elevate, le infrastrutture da completare, la giustizia troppo lenta, la riforma del titolo V e della pubblica amministrazione. Su questi fattori di sviluppo – conclude Bonanni – il governo Renzi farebbe bene a sfidare le parti sociali e a ricercare il massimo di coesione sociale, perche’ e’ la capacita’ di favorire gli investimenti che puo’ determinare la creazione di nuovi posti di lavoro, rilanciare la produzione di consumi. Sciupare questa occasione significherebbe non voler capire il messaggio di speranza e di cambiamento dell’elettorato”.