Home ATTUALITÀ Sblocca cantieri, la relazione di Cantone

Sblocca cantieri, la relazione di Cantone

Prende posizione in modo perentorio Cantone sullo Sblocca Cantieri, nelle ore solcate dalla scelta di campo dei protagonisti. “Lo Sbloccacantieri incide sui poteri Anac, serve stabilità, con modifiche rischio corruzione”, afferma Cantone con determinazione.

Dunque il decreto sbloccacantieri “incide sicuramente anche sui poteri dell’Anac, prevedendo il ritorno al regolamento attuativo in luogo delle linee guida dell’Autorità”: a dirlo a chiare lettere è per appunto il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, in una (anche piuttosto attesa) relazione annuale a Montecitorio.

Sbloccacantieri: arriva la relazione del presidente dell’Anac

“Non ci sentiamo di criticare questa opzione”, ha chiarito Cantone. “La regolazione flessibile non è stata positivamente accolta dalle amministrazioni, abituate a regole rigide piuttosto che a criteri che richiedono l’esercizio di maggiore discrezionalità”.

Lo sbloccacantieri “è stato fatto segno di numerose e sostanziali modifiche e ad oggi si fa fatica ad orientarsi fra gli emendamenti e i sub emendamenti approvati e modificati e a individuare, quindi, un testo su cui potersi confrontare”, afferma. In tal senso per Cantone “il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti”.  E ancora: “Bisogna proseguire sulla strada intrapresa, evitando di rincorrere ricette banalizzanti, che sembrano perseguire l’obiettivo, non della condivisibile sburocratizzazione del sistema amministrativo, ma di una inaccettabile deregulation, già vista in opera nel Paese negli anni scorsi con risultati deleteri anche sul fronte della lotta alla corruzione”.

Aggiornamento ore 8,11

Dunque si registrano le parole rilevanti di Cantone circa l’ok decretato dal Senato al decreto Sblocca cantieri che ha alzato, tra le altre cose, la linea dei subappalti, bloccando per due anni alcuni passaggi del Codice e non solo.

Come è noto, il decreto si concentra su fondi destinati alle zone terremotate e a incoraggiare la revoca delle concessioni autostradali. Sono i pilastri del Decreto che ha creato più di qualche ruggine in seno al governo tra la Lega e il M5s, rientrate però in queste ore dopo un importante reciproco passo avanti verso la coesione tra i due leader dei partiti di governo, come suggerito e indicato dal premier Conte.

Molte le novità che poi saranno al vaglio del via libera della Camera, laddove il provvedimento sarà esaminato nella giornata di martedì. Ad esempio, la soglia subappalto al 40%: il limite viene ridotto dall’attuale 50% previsto dal testo originale del decreto che lo alzava rispetto al 30%, in relazione, come si evince all’importo totale del contratto di lavori.

Viene altresì sospeso fino al 20 dicembre 2020 l’obbligo per i Comuni non capoluogo di fare gare tramite le stazioni appaltanti. Stop per due anni al divieto del ricorso all’affidamento congiunto della fase progettuale e esecutiva dei lavori e niente da fare, per due anni, per l’obbligo di scegliere i commissari tra iscritti all’Albo istituito presso l‘Autorità anticorruzione.

Variazioni anche sulle cifre per gli affidamenti dei lavori. Tra i 40 e i 150 mila euro per un affidamento diretto dopo analisi di tre operatori; tra i 150 mila e i 350 per una procedura negoziata con analisi di almeno 10 operatori, che salgono a 15 fino a un milione.

E poi, ancora: lo “scudo” per revoca delle concessioni, i commissari straordinari per il Mose e per il Gran Sasso e, per gli interventi infrastrutturali prioritari, la facoltà del governo di scegliere uno o più commissari straordinari che potranno agire in deroga alle legge in ordine di contratti pubblici.

Arriva anche il tanto dibattuto budget di 160 milioni per installare telecamere nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie e nei centri socio-sanitarie e socio-assistenziali.

Aggiornamento ore 11.41

Intorno allo sblocca cantieri, come detto, si alzano alcune particolari dichiarazioni. In particolare Cantone.

Per il quale “tornare indietro, come nel gioco dell’oca, mentre il sistema italiano inizia a funzionare e viene preso a modello in altri Paesi, sarebbe difficilmente comprensibile”.

Chiara la posizione di Cantone: “Non credo di sbagliare nel dire che quanto accaduto sul testo del Codice non ha molti precedenti nella storia del nostro Paese: adottato con grandi auspici e senza nemmeno particolari contrarietà, da un giorno all’altro è diventato figlio di nessuno e soprattutto si è trasformato nella causa di gran parte dei problemi del settore e non solo”.

E ancora. “Seppure opportunamente ridimensionata rispetto ai 200 mila euro del testo originario, la previsione di una soglia abbastanza alta (150 mila euro) entro la quale adottare una procedura molto semplificata (richiesta di soli tre preventivi) aumenta certamente il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi.

Sul tema si esprime anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che afferma: “Quello approvato al Senato non è uno sblocca cantieri ma un “blocca Italia”, un provvedimento di corto respiro, pasticciato e confuso per trovare una sintesi tra gli interessi di parte della Lega di Salvini e il M5S di Di Maio. Così come rilevato da associazioni di impresa, organizzazioni sindacali e autorità il rischio è quello di una eccessiva discrezionalità, che potrebbe aprire la strada a fenomeni corruttivi, e di trovarsi di fronte ad una deregulation del settore degli appalti, con regole che cambiano facendo venire meno quella certezza indispensabile alle imprese per poter affrontare gli investimenti”.

Aggiornamento ore 13.48