Home ATTUALITÀ BREAKING NEWS Scuola ed energia, settimana corta, Bianchi: “Se c’è un’emergenza non deve essere...

Scuola ed energia, settimana corta, Bianchi: “Se c’è un’emergenza non deve essere la prima a pagare”

Ieri, in occasione del ritorno a scuola di altri 7 milioni di studenti (i primi sono stati quelli di Bolzano il 5 mentre, gli ultimi, saranno quelli di Sicilia e val D’Aosta il 19 settembre), con grande onestà e chiarezza, il ministro dell’Istruzione, Bianchi, ha affermato di non aver mai parlato di ‘settimana corta’, e tanto meno di averne sentito dire nei vari Cdm ai quali ha preso parte.

Scuola, settimana corta, Bianchi: “La considero importante se sta dentro un piano didattico e non come misura di risparmio energetico”

Ma evidentemente, palesemente ‘nei guai fino al collo’ a causa della crisi energetica, in seno al governo probabilmente si sta già studiando uno specifico piano risparmio – ai nostri danni – Tuttavia, difendendo a spada tratta l’istituzione da lui rappresentata, di fronte ai microfoni di SkyTg24 – che ha ripetuto la stessa domanda – Bianchi ha ugualmente replicato che ”Noi in sede di Consiglio dei ministri non ne abbiamo mai parlato. Io considero la settimana corta importante se sta dentro un piano didattico e non come misura di risparmio energetico”.

Scuola, settimana corta, Bianchi: “Sono contrario all’idea che poiché c’è una emergenza deve essere la scuola la prima a pagare”

Ad ogni modo, ha poi aggiunto il ministro, ”Sono favorevole a ogni situazione che permetta alla scuola, alle famiglie di ritrovarsi, sono contrario all’idea che poiché c’è una emergenza deve essere la scuola la prima a pagare”.

Scuola, Bianchi: “Abbiamo il 5% di cattedre scoperte, sono quelli che rinunciano o situazioni impreviste o malattia”

Come molti sapranno, ora non sono più le varie segreterie ‘locali’ a gestire ‘le chiamate’ rispetto ai docenti ed alle supplenze, ma un ‘algoritmo’ che, dal Miur, in base ai punteggi (ma anche qui vi sarebbero già delle proteste), ed alla richiesta, assegnando le cattedre. Così capita come accaduto ieri a Monterotondo (Roma) che, con valigia alla mano, si sia presentata una povera madre di famiglia dalla Sicilia! Insomma la solita ‘caciara’ che, come testimoniano già diversi plessi della Capitale, si traduce nella puntuale carenza di insegnanti e, cosa assai più grave, di maestre di sostegno.

A tal proposito, spiega Bianchi, ”Abbiamo il 5% di cattedre scoperte, sono quelli che rinunciano o situazioni impreviste o malattia. Sono le supplenze che non vengono date da noi, perché quelle annuali noi le abbiamo assegnate dal 15 agosto mentre prima avveniva dal 1 settembre, ma vengono date dalle singole scuole quando si apre il portone e si vede materialmente chi c’è o non c’è’‘.

Scuola, Bianchi: “250mila precari? ”E’ un dato sbagliato, perché sotto la dizione precari si mettono cose diverse”

Inoltre, rispetto ai denunciati 250mila precari, il ministro tiene a rimarcare cheE’ un dato sbagliato, perché sotto la dizione precari si mettono cose diverse. Abbiamo fatto una quantità enorme di assunzioni, 7 concorsi in un anno e mezzo, non era mai successo al mondo. L’anno scorso abbiamo assunto 61mila docenti, quest’anno ne abbiamo già assunti oltre 50mila e 25mila li assumeremo entro l’anno perché stiamo concludendo i concorsi. I 125mila che rimangono vanno spacchettati, ne abbiamo 91mila che si chiamano insegnanti di sostegno in deroga perché nessun paese come noi è attento all’inclusione,’ e questi ‘devono essere dati anno per anno non possono essere assunti. Rimangono circa un 40mila che sono quelli della rotazione. Una quota a tempo determinato ci deve essere sempre perché è quello che permette di far ruotare il sistema”.

Scuola, Bianchi: “Ci siamo impegnati con l’Unione europea a fare l’anno prossimo 70mila assunzioni”

Dunque, ‘prova a rassicurare’ Bianchi concludendo, ”Stiamo facendo i concorsi, ci siamo impegnati con l’Unione europea a fare l’anno prossimo 70mila assunzioni che verranno fatte con il nuovo sistema approvato dal Parlamento. Tornando ai calcoli, si consideri che negli ultimi due anni avevamo 40mila non docenti, personale Covid per gestite l’emergenza. Questi finita l’emergenza non ci sono più”.

Max