‘MI SENTO GIÀ MOLTO MEGLIO’ MENTRE HILLARY TRANQUILLIZZA I SUOI ELETTORI, UN NOTO NEUROPATOLOGO ALLERTA IL SUO STAFF: ‘POTREBBE ESSER STATA AVVELENATA’

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    Affermando di sentirsi già “molto meglio”, e spiegando di non aver detto nulla della polmonite perché non le sembrava “che fosse un grosso problema”, Hillary Clinton si è confidata telefonicamente con la Cnn per tranquillizzare i suoi elettori democratici. L’ex segretario di stato ha anche ammesso di non aver dato ascolto al “saggio” consiglio di un medico che le aveva prescritto cinque giorni di riposo. “Mi girava la testa e ho perso l’equilibrio per un minuto, ma una volta entrata nell’auto, una volta che mi sono potuta sedere, ho bevuto un po’ d’acqua, ho immediatamente cominciato a sentirmi meglio”, ha raccontato Hillary, che ha poi espresso l’auspicio di poter riprendere gli impegni in agenda entro un paio di giorni. Intanto il New York Times ha spiegato che, temendo il suo stato di salute venisse ‘usato’ dai suoi nemici, pochissime persone che sono state informate dalla Clinton della diagnosi di polmonite: i familiari e i più stretti collaboratori. Convinta quindi di potersi riprendere nel fine settimana, quando gli impegni divengono meno ‘incisivi’, Hillary aveva così manifestato al suo staff l’intenzione di procedere comunque con la campagna e con gli impegni già fissati. Certo, ora che la malattia è diventata di dominio pubblico, spiega ancora il New York Times, ha ravvivato i timori tra i suoi sostenitori e le critiche tra i suoi detrattori per la tendenza della ex first lady a trincerarsi in una sfera di privacy non appena avverte una minaccia politica. Il suo desiderio di controllare in modo rigido le informazioni riguardanti la sua persona si è rafforzato durante gli anni ’90, l’ha condizionata nell’uso del server di email private quando era segretario di Stato e ora rischia di farla sembrare un’altra volta una persona che ha qualcosa da nascondere, scrive il giornale. Ma ad incuriosire l’opinione pubblica, destando non poco scalpore, è la tesi sostenuta da Bennet Omalu, noto medico nigeriano la cui vicenda fu raccontata nel film ’Zona d’ombra’, che azzarda addirittura l’ipotesi che la candidata democratica “è possibile che sia stata avvelenata. Consiglio allo staff della campagna elettorale di eseguire analisi tossicologiche del sangue della signora Clinton”. Attenzione, non si parla di uno pseudo medico qualsiasi, Omalu è una celebrità: cittadino americano dal 2015, Omalu è un neuropatologo nigeriano che scoprì la CTE (encefalopatia cronica traumatica), malattia degenerativa del cervello dovuta a ripetuti colpi subiti alla testa. La sua intuizione partì dall’autopsia di un ex stella del football americano che da anni dava segni di squilibrio. Solo dopo molte difficoltà, il medico riuscì a imporre la sua scoperta e a convincere la Lega Nazionale del Football americano ad affrontare la malattia, di cui soffrono vari ex giocatori. Ma a questo primo tweet (scritto la sera dell’11 settembre, dopo che l’ex segretario di Stato era stata costretta ad ammettere di avere una polmonite), Omalu ne ha fatto seguire un secondo, ancora più inquietante del primo: “Non ho fiducia in Putin e Trump. Con questi due tutto è possibile”.

    M.