’PROVOCAZIONI CONTROPRODUCENTI’, LA CINA BACCHETTA PYONGYANG PER L’ENNESIMO LANCIO DI MISSILI, OLTRETUTTO FALLITO

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    In occasione della data di nascita di suo nonno, Kim Il Sung – fondatore del regime nordcoreano – aveva annunciato il lancio sperimentale di uno o due Musudan (missili a medio raggio) da una base militare della Corea del Nord, nei pressi della città di Wondan. Ma, come rivela l’agenzia stampa sudcoreana Yonhap, il premier della Corea del Nord Kim Jong-un è rimasto con un palmo di naso: il lancio è finito in mare. I missili in questione hanno una gittata di circa 3mila chilometri, praticamente in grado raggiungere la base militare americana sull’isola di Guam. E queste ‘dimostrazioni’ – vere e provocazioni – militari da parte di Pyongyang (iniziate a gennaio con un test nucleare), non fanno altro che acuire anche le proteste dei Paesi vicini a Pyongyang. Come nel caso della Cina, suo maggiore alleato, che ha commentato il fallito lancio di oggi commentando su ‘Xinhua’, sua agenzia di stampa ufficiale: “Questo agitar di spade non porterà il Paese da nessuna parte”. Secondo il governo di Pechini quest’ultimo ed i precedenti test militari “sono provocazioni del tutto controproducenti”. La Cina teme infatti che alla lunga tali gesta diano modo a Stati Uniti e Giappone di avere validi pretesti per rafforzare la loro presenza militare nell’Asia nord orientale “minacciando la sicurezza” della Corea del Nord e “turbando gli equilibri strategici” nella regione.

    M.